Alcune persone pensano che l'omeopatia e le cure alternative funzionino grazie all'effetto placebo. Ma allora come spiegano le guarigioni dei bambini piccoli e degli animali?
Per fare chiarezza su questo tema, ho chiesto aiuto a Camilla Marinoni, naturopata esperta di Fiori di Bach. Di seguito un suo intervento e a fine articolo una breve carrellata di quattro testimonianze che ho raccolto fra le tante.
"Molti ritengono che la floriterapia sia un effetto placebo dovuto alla suggestione su soggetti influenzabili. Per capire cosa s’intendesse, ho fatto una ricerca su Wikipedia per capire il significato della parola. Questa è una sintesi di quello che ho trovato:
“Per placebo si intende ogni sostanza innocua o qualsiasi altra terapia o provvedimento non farmacologico che, pur privo di efficacia terapeutica specifica, sia deliberatamente somministrato alla persona facendole credere che sia un trattamento necessario.
Per effetto placebo si intende una serie di reazioni dell'organismo ad una terapia non derivanti dai principi attivi, insiti dalla terapia stessa, ma dalle attese dell'individuo.
si aspetta o crede che la terapia funzioni, indipendentemente dalla sua efficacia "specifica
Il meccanismo alla base dell'effetto placebo è "psicosomatico" nel senso che il sistema nervoso, in risposta la guarigione spontanea di un sintomo o di una malattia, così come pure il fenomeno della regressione verso la media.“
Come dimostrare il contrario? In effetti, negli occhi miei clienti vedo insinuarsi il dubbio quando prescrivo loro una boccettina d’acqua, con dentro del brandy e due gocce per ogni fiore.
Parlo di memoria dei fiori trasmessa nell’acqua!!!
Iniziano a fidarsi quando i fiori fanno effetto e vedono i benefici. Ma potrebbe essere ancora semplicemente un effetto placebo…
Ho le prove che abbia un effetto reale, quando la somministro anche ai bambini e agli animali.
Riporto qui due casi su animali, dove si sono ottenuti ottimi risultati.
Il primo caso, che ho seguito io, è su una giumenta, Zazzi. Tracrivo l’email che mi aveva inviato la sua padrona:
“Quando l'ho acquistata, Zazzi era una cavalla di tredici anni, deperita, spaventata, aggressiva con gli altri cavalli e diffidente con gli uomini. Non si risparmiava in passeggiata, affrontava con incoscienza tutte le difficoltà e, al contrario degli altri cavalli, come accade a tutti quelli che non se la sono passata bene, non aveva vizi.
Ora, dopo quattro anni con me, é cambiata in meglio per certi aspetti, in peggio per altri. E' diventata una bellissima "bestiona" di cui vado orgogliosa: ben pasciuta, tonica, altezzosa, criniera e coda folte e lucide!
Se li conosce e non si tratta di condividere il fieno, non è aggressiva con i suoi simili; pur non essendo socievole, cerca però la loro presenza, soprattutto quella di alcuni, che sembrano rassicurarla. Ultimamente sono riuscita a uscire da sola con lei senza molte difficoltà e ne sono rimasta stupita. Mi riconosce, si lascia pulire le zampe senza scalciare ed è molto sensibile agli zuccherini di ricompensa che mi hanno aiutato a farle accettare cose che prima rifiutava di fare.
E', però, impaziente; ad esempio si innervosisce quando il cavaliere dimostra incertezza nella scelta del percorso. E' eccessivamente competitiva: in gruppo vuole essere sempre tra i primi (ma solo raramente la prima) e, al galoppo, vuole superare tutti.
E' paurosa; basta un'ombra per farla trasalire e fare scelte assolutamente irrazionali e pericolose: sulle salite, presa da autentico panico, si volta per scappare al galoppo in discesa oppure scarta bruscamente rimanendo in bilico su una ripa scoscesa. A onor del vero, però, risponde con prontezza ad una forte tirata di redini.
Ultimamente ha acquisito due nuovi vizi, che temo di avere causato io con la mia indulgenza e il mio timore di farle male con il morso: tirare giù la testa per brucare (ovviamente con me in sella e strappandomi quasi le redini di mano) e sbattere la testa per avere redini, anche a costo da disarcionarmi, quando è lanciata al galoppo. Con un pò di severità il primo sembra risolto; il secondo mi crea più problemi e, dopo due cadute consecutive, non me la sono più sentita di galoppare con lei.
Parte del problema dipende sicuramente da me. Io umanizzo molto la cavalla, sono apprensiva, le comunico le mie ansie, voglio- come dire?- ricompensarla per le brutte esperienze che ha subito. Invece lei avrebbe bisogno non tanto di una "mamma" quanto di un capobranco, che le infonda sicurezza, dominando le situazioni con decisione e un po’ di "cattiveria".
Io mi sto imponendo di essere più determinata nelle richieste e più "cattiva" (?) quando serve; per trovare la forza di farlo, mi dico che è meglio un po’ di severità prima, piuttosto che trovarmi a vendere la cavalla perché non la so più gestire. Vorrei però che Zazzi fosse meno impulsiva, nevrile e più controllata.
A questo punto mi sorge un dubbio...non sarò forse io quella da curare con i fiori?”
A Zazzi ho prescritto un bouquet di fiori che le abbiamo somministrato nell’acqua dell’abbeveratoio:
Chestnut Bud: apprendere i comandi della sua padrona
Star of Bethlehem: per chiudere con le esperienze negative del passato
Impatiens: per renderla meno impaziente e più tollerante egli errori della cavallerizza
Mimulus: per aiutarla a superare tutte le sue paure
I cavalli sono animali molto sensibili, quindi il bouquet di fiori di Bach utilizzato, ha fatto subito effetto. Subito dopo, è entrata in terapia anche la padrona…
Il secondo caso, decisamente più particolare, è stato somministrato su un Boa Costrictor, di nome Malfoy, da un mio collega, Massimo Brazzini.
Riporto qui sotto il link dell’articolo pubblicato nel 2008 sul Giornale dell’Unione di Floriterapia di Milano
Testimonianze
"La mia ragazza aveva una fastidiosa psoriasi sulle mani e sui piedi. Le ha provate tutte. Alla fine ha tentato con i Fiori di Bach che le ha dato uno specialista qui in zona e le è passata. Io da freddo razionalista psicologo credo che il fatto che lei abbia creduto così intensamente a questo rimedio abbia fatto sì che il rimedio funzionasse. Ma tant'è, ha funzionato e va bene così."
S.C. di Macerata
"Io li ho provati per un breve periodo l'inverno scorso; stavo attraversando una fase molto difficile, molto critica e stavo quasi dando di matto. Beh, ti dirò: mi hanno fatto molto bene, mi hanno tranquillizzata senza rintronarmi e mi hanno "snebbiato" la mente. Ero più razionale e vispa, quindi, per la mia esperienza, anche se breve, sono stata piuttosto soddisfatta."
"Io li ho provati per un breve periodo l'inverno scorso; stavo attraversando una fase molto difficile, molto critica e stavo quasi dando di matto. Beh, ti dirò: mi hanno fatto molto bene, mi hanno tranquillizzata senza rintronarmi e mi hanno "snebbiato" la mente. Ero più razionale e vispa, quindi, per la mia esperienza, anche se breve, sono stata piuttosto soddisfatta."
A.S. di Foligno
"Ho usato i Fiori di Bach in una miscela già pronta su consiglio di una naturopata per aiutare un po' la mia autostima. Secondo me qualcosa han fatto (li ho usati la scorsa estate) però la certezza è relativa, visto che da un anno e qualche mese ho qualche problema con la depressione.
Piuttosto, mia mamma anni fa usava il biancospino per il cuore e ha funzionato benissimo, di quello sono certa!"
"Ho usato i Fiori di Bach in una miscela già pronta su consiglio di una naturopata per aiutare un po' la mia autostima. Secondo me qualcosa han fatto (li ho usati la scorsa estate) però la certezza è relativa, visto che da un anno e qualche mese ho qualche problema con la depressione.
Piuttosto, mia mamma anni fa usava il biancospino per il cuore e ha funzionato benissimo, di quello sono certa!"
Chiara C.
"Anni fa ero all'estero e dopo quanche tempo cominciai a soffrire di quella che loro chiamano "home sickness" ovvero una forma grave di profonda nostalgia di casa. All'inizio nemmeno io me ne rendevo conto, ma stavo davvero male. Un mio caro amico mi consigliò l'Honeysuckle e io - che non conoscevo ancora i Fiori di Bach - lo assunsi con un po' di diffidenza.
Tuttavia dovetti ricredermi, perché in capo a due o tre settimane ero tornata in ottima forma e stavo benissimo con la mia nuova vita!"
M.C. di Perugia
"Anni fa ero all'estero e dopo quanche tempo cominciai a soffrire di quella che loro chiamano "home sickness" ovvero una forma grave di profonda nostalgia di casa. All'inizio nemmeno io me ne rendevo conto, ma stavo davvero male. Un mio caro amico mi consigliò l'Honeysuckle e io - che non conoscevo ancora i Fiori di Bach - lo assunsi con un po' di diffidenza.
Tuttavia dovetti ricredermi, perché in capo a due o tre settimane ero tornata in ottima forma e stavo benissimo con la mia nuova vita!"
M.C. di Perugia
Crediti
Camilla Marinoni - http://fioriarcani.jimdo.com
Cell. 347 23 707959
Email: camilla1317@gmail.com
Diplomata c/o L'Unione di Floriterapia - Corso triennale di Formazione e Ricerca in Floriterapia – Milano.
Iscritta al RIF (Registro Italiano Floriterapeuti)
Attestato per la Conformità ai criteri qualitativi, professionali e deontologici stabiliti dall’Interassociazione Arti per la Salute (IAS)
Cell. 347 23 707959
Email: camilla1317@gmail.com
Diplomata c/o L'Unione di Floriterapia - Corso triennale di Formazione e Ricerca in Floriterapia – Milano.
Iscritta al RIF (Registro Italiano Floriterapeuti)
Attestato per la Conformità ai criteri qualitativi, professionali e deontologici stabiliti dall’Interassociazione Arti per la Salute (IAS)
Beh, io ho sempre in borsa il rescue remedy e il rock rose mi sta aiutando quando mi vengono degli attacchi di ansia! :)
RispondiEliminaAnch'io ho sempre dietro il rescue remedy! Fra l'altro è utilissimo soprattutto per le donne in gravidanza o allattamento, che non possono assumere farmaci, nemmeno nei "momentacci" ;)
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